Chapter 7

La Datazione Radiometrica: Confuta la Bibbia?

by Mike Riddle
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Affinché l’evoluzione ‘da particelle a persone’ possa essere anche in minima parte plausibile, la terra dovrebbe per forza avere miliardi di anni di età. Spesso chi fa domande sulla datazione col carbonio 14 (14C), pensa che questo sia un metodo di datazione radiometrica che può portarci indietro di milioni e miliardi di anni, mentre invece la datazione col carbonio 14 può fornire età di sole alcune migliaia di anni. Così chiunque dice che la datazione 14C ‘prova’ miliardi di anni, non capisce bene di cosa si tratta. E tanti si chiedono com’è possibile inserire milioni di anni nel racconto storico della Bibbia.

Per poter inserire milioni di anni nella Bibbia, si dovrebbero accettare età lunghissime per gli strati rocciosi che contengono fossili di animali che morirono violentemente, dolorosamente o di malattie—prima che comparisse un essere umano. Ma la Bibbia insegna che la morte ebbe origine dopo che Adamo ed Eva peccarono, ed è proprio tale la ragione per cui Gesù venne nel mondo (1 Corinzi 15,21-22).

I cristiani prendono seriamente le parole di Gesù Cristo, visto che Egli fu presente alla creazione. Egli disse, ‘Ma dall’inizio della creazione Dio li creò uomo e donna’ (Marco 10,6). Questo ha senso solamente se il tempo cominciò con la settimana della creazione migliaia di anni fa, ma non ha nessun senso se invece l’uomo apparse dopo miliardi di anni.

Esaminiamo prima la datazione col carbonio, poi gli altri metodi di datazione.

Come funziona l’orologio al carbonio

Lo conosciamo come fuliggine e diamanti. Il carbonio si manifesta in varie forme, chiamate isotopi. Una forma rara ha atomi che pesano 14 volte gli atomi di idrogeno—chiamata carbonio 14, o 14C, o carbonio radioattivo.

Il carbonio 14 risulta quando i raggi cosmici colpiscono dei neutroni, allontanandoli dai nuclei atomici presenti nell’atmosfera alta. Questi neutroni, muovendosi velocemente, si scontrano con azoto (14N) nell’atmosfera più bassa, convertendolo in 14C. Diversamente dal carbonio comune (12C), il 14C è instabile e cambia lentamente, diventando di nuovo azoto. Ed è per questo che il 14C è chiamato radioattivo.

Il carbonio comune (12C), insieme a del 14C, si trova nell’anidride carbonica (CO2) dell’aria, che viene consumata dalle piante, le quali poi vengono mangiate dagli animali. Perciò il tuo corpo, una foglia di albero, oppure un pezzo di mobile di legno, contengono carbonio.

Se misuriamo quanti atomi di 12C ci sono per ogni atomo di 14C in un campione d’aria, possiamo calcolare la proporzione 14C/12C. Siccome il 14C è ben mescolato col 12C, ci aspettiamo di trovare che la proporzione sia la stessa in un campione preso da una foglia di albero, o da una parte di corpo umano.

Gli atomi di 14C cambiano costantemente in 14N, ma gli esseri viventi continuano a scambiare il carbonio con l’ambiente, così la proporzione 14C/12C rimane più o meno la stessa di quella dell’atmosfera. Però, non appena una pianta o un’animale muore, gli atomi di 14C che si deteriorano non vengono piùsostituiti, quindi la proporzione 14C/12C in esseri che non sono più viventi diminuisce col passare del tempo. è come avere un ‘orologiò che comincia a ticchettare non appena qualcosa muore.

Ovviamente, questo vale solamente per cose che erano vive. Non può essere utilizzato nella datazione delle rocce, per esempio.

Metà di un campione di 14C si convertirà in 14N in 5.730 anni. Questo si chiama il ‘tempo di dimezzamentò. Così in due tempi di dimezzamento, o 11.460 anni, solo un quarto sarà rimasto. Se la quantità di 14C in rapporto al 12C in un campione è un quarto di quella in organismi viventi al presente, teoricamente tale cosa avrebbe un’età di 11.460 anni. Ogni cosa più vecchia di 50.000 anni non dovrebbe teoricamente contenere alcuna quantità di 14C misurabile. Perciò la datazione col carbonio non può misurare milioni di anni. Infatti se un campione contiene 14C è buona prova che non ha milioni di anni.

Ma non è così semplice!

In primo luogo, le piante discriminano contro l’anidride di carbone che contiene il 14C. Cioè ne usano meno di quanto ci si aspetterebbe e quindi sembrano più vecchie di quanto sono realmente. Inoltre, diversi tipi di piante discriminano diversamente.

In secondo luogo, la proporzione 14C/12C nell’atmosfera non è rimasta sempre costante. Per esempio, con la rivoluzione industriale, e con la combustione di fossili che rilasciano nell’atmosfera tanta anidride carbonica che manca di 14C, la proporzione diminuì. Quindi secondo la datazione carbonica, le cose che morirono in quel periodo sembrano più vecchie. Poi ci fu un’aumento di 14CO2 con l’inizio delle prove atmosferiche delle bombe atomiche negli 1950(3). Perciò le cose morte in quel periodo, quando sottoposte alla datazione, apparirebbero più giovani di quanto non siano.

La misurazione di 14C in oggetti datati storicamente (per esempio semi trovati in tombe storicamente datate) rende possibile stimare la quantità di 14C nell’atmosfera in quei tempi, e quindi è possibile una calibratura parziale dell ‘orologio.’ Di conseguenza, può essere possibile un’applicazione abbastanza accurata della datazione carbonica alle cose da quel periodo. Però anche con tale calibratura storica, gli archeologi non considerano assolute le date 14C a causa di anomalie frequenti. Prendono più in considerazione i metodi che hanno a che vedere con avvenimenti storici.

Al di fuori del campo della storia registrata, la calibratura dell ‘orologio’ 14C non è possibile.(4)

Altri fattori che influenzano la datazione carbonica

Il numero di raggi cosmici che penetrano l’atmosfera terrestre influenza quanto 14C viene prodotto e perciò influenza anche il sistema di datazione. La quantità di raggi varia con l’attività solare e col passaggio della terra attraverso nuvole magnetiche, mentre il sistema solare viaggia all’interno della Via Lattea.

La potenza del campo magnetico terrestre influenza pure la quantità di raggi cosmici che entrano nell’atmosfera. Un campo più forte diflette più raggi lontano dalla terra. Tutto sommato, l’energia del campo magnetico terrestre sta diminuendo(5), quindi più 14C viene prodotto ora che nel passato. Questo fa sì che le cose appaiano più vecchie di quanto realmente sono.

Nei capitoli 6-9 dellaGenesi , la Bibbia parla di un diluvio globale catastrofico che avvenne ca. 4500 anni fa. Diversi popoli in tutto il mondo hanno racconti propri di questo grande diluvio. Tale diluvio universale avrebbe sconvolto l’equilibrio del carbonio, catturando tanto carbonio in materiale organico sepolto, che poi diventò carbone, petrolio, e gas metano. La ricrescita della vegetazione terrestre dopo il diluvio universale avrebbe abbassato il livello di CO2 nell’atmosfera(6), aumentando la quantita' di 14C in relazione al 12C (il 14C viene dall’azoto, così la quota generata non viene influenzata dal livello di anidride di carbone nell’atmosfera).

Di conseguenza, piante o animali del mondo antidiluviano probabilmente avevano quantita' bassissime di 14C, forse troppo piccole da poter misurare. Se questo non venisse preso in considerazione nel fare i alcoli, la datazione carbonica di fossili formati durante il diluvio produrrebbe ‘datè molto più antiche delle età reali. I ricercatori creazionisti hanno suggerito che le età di 35.000-40.000 anni dovrebbero essere ricalcolate in accordo con la data biblica del diluvio universale.(7) Tale ricalibrazione fa capire il perché di dati anomali della datazione carbonica. Per esempio, le grandi discordanze tra le datazioni di diverse parti di una carcassa di un bue muschiato congelata trovata in Alaska, USA, e un lentissimo processo di accumulazione di pallottole di sterco del bradipo negli strati più ‘vecchi’ (secondo le date 14C) di una grotta.(7)

Inoltre, siccome i vulcani emettono molto CO2 privo di 14C, e siccome il diluvio fu accompagnato da intensa attività vulcanica, anche questo influenzerebbe le date. I fossili formati nel periodo subito dopo il diluvio appariranno più vecchi di quanto siano realmente.

Insomma il metodo col carbonio 14 può dare risultati utili, se si considerano gli effetti del diluvio universale, ma dovrebbe essere utilizzato con cura. Non fornisce datazioni di milioni di anni, e quando viene usato in modo appropriato, non è in disaccordo col diluvio biblico.

Altri metodi di datazione radiometrica

Ci sono altri metodi di datazione radiometrica impiegati oggi per misurare le età delle rocce in milioni e miliardi di anni. Queste tecniche, a differenza della datazione carbonica, usano per la maggior parte concentrazioni relative di prodotti ‘madre’ e ‘figlia’ nelle catene radioattive di decadimento. Ad esempio, il potassio-40 diventa argo-40; l’uranio-238 diventa piombo-206 per mezzo di altri elementi come il radio, ecc. Queste tecniche vengono applicate alle rocce ignee, che un tempo erano fuse.

Le concentrazioni degli isotopi possono essere misurate accuratamente, però le concentrazioni di isotopi non sono ‘date.’ Per ottenere ‘età’ da tali misurazioni, si devono fare delle assunzioni non provabili, come:

1. Assumere che conosciamo le condizioni iniziali (ad esempio, sappiamo quanto prodotto ‘figlia’ fosse presente all’inizio).

2. Assumere che i tempi di decadimento siano rimasti costanti dall’inizio.

3. Assumere che nessun elemento ‘madrè o ‘figlia’ sia stato tolto o aggiunto.

Modelli nei dati degli isotopi

C’è molta evidenza che i sistemi di datazione radiometrica non siano tecniche infallibili come tanti pensano, e che non possono misurare milioni di anni. Però ci sono cose che dobbiamo spiegare. Per esempio, le rocce scavate più in profondità tendono a sembrare più vecchie. I creazionisti sono d’accordo nell’affermare che le rocce più profonde in genere sono più vecchie, ma non di milioni di anni. Il geologo John Woodmorappe, in una critica sconvolgente della datazione radiometrica(8), indica che ci sono altri modi importanti in cui le rocce cambiano, che non hanno a che fare col decadimento radioattivo.

Datazioni ‘invalidè

Quando una ‘datazione’ ottenuta è diversa da quella aspettata, i ricercatori sono pronti ad inventare scuse per rifiutare il risultato. L’applicazione comune di questo ragionamento a posteriori dimostra che ci sono dei problemi seri con la datazione radiometrica. Woodmorappe cita centinaia di esempi di scuse utilizzate per spiegare datazioni invalide.(8)

Per esempio, i ricercatori applicarono il ragionamento a posteriori alla datazione dei fossili di Australopithecus ramidus.(9) La maggior parte dei campioni di basalto più vicini allo strato che contiene i fossili fornisce datazioni di circa 23 Ma (Mega annum = milioni di anni), usando il metodo argon-argon. Gli autori decisero che era ‘troppo vecchio,’ secondo le loro opinioni riguardo l'appartenenza di tali fossili all’interno del panorama evolutivo. Così esaminarono campioni di basalto più lontano dai fossili e scelsero 17 su 26 esempi, per ottenere un’età molto più accettabile di 4,4 Ma. I nove campioni rimasti fornirono età molto più vecchie, ma gli autori decisero che fossero contaminati, e perciò li scartarono. È così che funziona la datazione radiometrica. È guidata dalle teorie preesistenti delle età lunghe, che pervadono la scienza di oggi.

Esiste una storia simile riguardo la datazione del teschio di primato, conosciuto come KNM-ER 1470.(10,11) Cominciò con una datazione di 212 – 230 Ma, che, secondo i fossili, fallì il bersaglio (in accordo col preconcetto che gli esseri umani ‘non esistevano allora’). Furono fatti altri tentativi di datare le rocce vulcaniche della zona. Dopo alcuni anni arrivarono ad una data di 2,9 Ma, mettendosi così in accordo con altri studi diversi (benché gli studi implicassero una selezione fra i risultati ‘buoni’ e quelli ‘cattivi’ proprio come nel caso dell’A. ramidus sopracitato).

Comunque, idee preconcette dell’evoluzione umana non potevano accettare che un teschio come 1470 fosse ‘così vecchio.’ Uno studio di fossili di maiali convinse la maggior parte degli antropologi che il teschio fosse molto più giovane. Dopo che tale conclusione fu generalmente accettata, nuovi studi delle rocce hanno abbassato ulteriormente l’età a circa 1,9 Ma, e di nuovo parecchi studi ‘confermarono’ questa data. Così è il ‘gioco della datazione.’

Stiamo forse suggerendo che gli evoluzionisti siano disonesti? No. Stiamo dicendo che le osservazioni fatte vengono adattate al paradigma prevalente. Questo paradigma (o sistema di credenze) di evoluzione ‘da molecole a uomo’ attraverso eoni di tempo, è creduto con tanta veemenza che non viene messo in questione—è considerato invece un fatto. Quindi ogni osservazione deve addattarsi al paradigma per forza. I ricercatori, che vengono considerati dall’occhio pubblico come scienziati imparziali, scelgono inconsapevolmente le osservazioni che si addattono al sistema di credenze di base.

Dov’è la mia macchina del tempo?

Il passato non è sottoponibile a normali sperimentazioni scientifiche, cioè a prove ripetibili nel presente. Uno scienziato non può sperimentare con eventi che sono successi nel passato. Gli scienziati non misurano l’età delle rocce—misurano le concentrazioni di isotopi, e questi vengono misurati con estrema esattezza. Però ‘l’età’ viene calcolata studiando le concentrazioni degli isotopi, facendo assunzioni riguardo il passato che non possono essere provate.

Dovremmo ricordare l’ammonimento di Dio a Giobbe, ‘Dov'eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra?’ (Giobbe 38,4)

I ricercatori del passato raccolgono informazioni nel presente, per ricostruire storie sul passato. Il tipo di prove utilizzate per tali storie sembra essere molto inferiore rispetto a quello richiesto per studi nelle scienze empiriche , come la fisica, la chimica, la biologia molecolare, la fisiologia, ecc.

Williams, esperto sul destino ambientale di elementi radioattivi, ha identificato ben 17 errori nella datazione isotopica riportata in tre studi famosi, in cui viene presupposto che l’età della terra sia di 4,6 miliardi di anni.(12) John Woodmorappe ha formulato forse la più notevole critica incisiva di questi metodi di datazione.(8) Mette in mostra centinaia di miti che si sono sviluppati intorno alle tecniche, dimostrando che le poche date ‘buonè rimaste dopo la filtrazione delle date ‘cattive’ possono essere spiegate facilmente come coincidenze fortunate.

Mettendo alla prova i metodi della datazione radiometrica

Se le tecniche di datazione fossero davvero mezzi obiettivi per determinare le età delle rocce, dovrebbero funzionare anche quando conosciamo la vera età di una roccia. Inoltre, diverse tecniche dovrebbero essere sempre in accordo tra di loro.

I metodi dovrebbero funzionare con cose di età conosciute

Ci sono tanti esempi in cui i metodi di datazione danno ‘date’ sbagliate per rocce di età conosciuta. Un’esempio ne è la ‘datazione’ potassio-argon di cinque colate laviche storiche di andesite del Monte Nguaruhoe in Nuova Zelanda. Benché una colata lavica sia occorsa nel 1949, tre in 1954 e una in 1975, le ‘date’ andavano da meno di 0,27 fino a 3,5 Ma.(13)

Di nuovo, si può sostenere che l’argon ‘in eccesso’ del magma venne trattenuto nella roccia quando questa si solidificò.’ La letteratura scientifica secolare elenca tanti esempi di argon in eccesso dandoci date di milioni di anni in rocce di età conosciuta.(14) Sembra che questo argon in eccesso provenga dal mantello superiore, sotto la crosta della terra. Questo è compatibile con un mondo giovane—l’argon non ha avuto abbastanza tempo per scappare.(15)

Se l’argon in eccesso può produrre date esagerate per rocce di età conosciuta, perché dovremmo fidarci del metodo per rocce di età sconociuta?

Altre tecniche, come l’uso degli isocroni (isotopi degli elementi ‘madri’)(16) richiedono diverse assunzioni circa le condizioni iniziali, ma la consapevolezza che tali tecniche ‘infallibilì possono anche dare date sbagliate sta crescendo.

Il geologo Dr Steve Austin ha studiato campioni di basalto degli strati alla base del Grand Canyon, USA, e della lava che si rovesciò sul bordo del canyon. Secondo calcoli evolutivi, quell’ultima dovrebbe avere un miliardo di anni in meno del basalto sul fondo. Laboratori hanno analizzato gli isotopi. Una tecnica standard usando gli isocroni ha suggerito che la colata lavica più recente avesse270 Ma in più dei basalti al di sotto del Grand Canyon—cosa impossibile.

Le diverse tecniche dovrebbero essere in accordo tra di loro

Se i metodi di datazione fossero imparziali e affidabili per determinare le età, dovrebbero essere sempre in accordo tra di loro. Se un chimico misurasse la quantità di zucchero nel sangue, tutti i metodi validi che impiegasse dovrebbero dare gli stessi risultati (dentro i limiti dell’errore sperimentale). Però spesso con la datazione radiometrica le diverse techiche danno risultati del tutto diversi.

Nello studio delle rocce del Grand Canyon di Austin,(17) diverse tecniche hanno dato diversi risultati. Quattro diverse tecniche hanno dato età diverse da 10.000 anni fino a 2,6 miliardi di anni per la stessa roccia. Di nuovo, si possono offrire diverse ragioni per le date ‘sbagliate,’ ma questo è un ragionamento a posteriori. Tecniche che danno risultati che vengono ignorati solo perché non sono d’accordo con ciò che è già stato deciso, non possono essere considerate imparziali.

In Australia, del legno trovato nel basalto fu chiaramente sepolto nella colata lavica che formò il basalto, come si vede dalle parti bruciate. Il legno fu ‘datato’ usando l’analisi del radiocarbonio a 45.000 anni, ma il basalto fu ‘datato’ col metodo potassio-argon a 45 milioni di anni!(18)

Lo studio della quantità isotopica dei cristalli di uraninite dei depositi di Koongarra nel Territorio Settentrionale dell’Australia diede età di 841-140 Ma, usando il metodo piombo-piombo isocronico. Questo è in contraddizione con l’età di 1.550-1.650 Ma ottenute usando altre misurazioni degli isotopi, ed età di 275,61,0, 0, e 0 Ma derivate dallo studio dei quantitativi di torio/piombo in cinque granelli di uraninite. Questi ultimi dati sono significativi, perché le datazioni derivate dal torio dovrebbero in teoria essere più accurate, dal momento che il torio è meno mobile dell’uranio da cui derivano gli isotopi del piombo nel sistema piombo/piombo.

C’è QUALCOSA CHE NON VA

14C in fossili che hanno ‘milioni di annì?

La datazione carbonica tante volte imbarazza gli evoluzionisti, dando età che sono molto più giovani di quelle che loro si aspetterebbero. Un campione più vecchio di 50.000 anni non dovrebbe avere abbastanza 14C da poter essere misurato.

I laboratori che misurano 14C vorrebbero poter avere una fonte di materia organica con ‘zero’ 14C, da usare come base di controllo per assicurare che le loro tecniche non aggiungano 14C ai campioni. Un candidato ovvio sarebbe il carbone, poichè ritengono che il carbone più giovane abbia milioni di anni e che alcuni esemplari abbiano addirittura centinaia di milioni di anni. Carbone tanto vecchio dovrebbe essere privo di 14C. Invece non lo è. Non è mai stata trovato un esemplare di carbone che mancasse completemente di 14C.

Legno fossilizzato trovato nelle rocce che si suppone abbiano 250 Ma conteneva ancora 14C.(21) Recentemente, un campione di legno trovato in roccia che si suppone abbia 230 milioni di anni, ha dato una datazione 14C di 33.720 anni +/- 430 anni.(22) I controlli hanno dimostrato che la datazione 14C non è dovuta a contaminazione e che la datazione era valida secondo il sistema di datazione accettato.

È un mistero irrisolto per gli evoluzionisti il perché il carbone contiene 14C(23) e perché il legno che si suppone abbia milioni di anni potesse essere datato col metodo 14C, ma dal punto di vista creazionista, ha perfettamente senso.

Le rocce non sono così vecchie

È abbondante l’evidenza che gli strati rocciosi non rappresentino periodi enormi di tempo. Per esempio, la enorme formazione arenaria ‘Coconino’ del Grand Canyon è spessa più di 100m e si estende più di 250.000km quadrati. La struttura grandissima della forma ‘a dune’ dimostra che tutto fu depositato in acqua profonda che scorreva velocemente, in alcuni giorni. Altri strati nel Grand Canyon indicano che furono anch’essi depositati rapidamente, senza interruzioni sostanziali tra i vari strati. Infatti la serie intera degli strati del Grand Canyon è piegata al ‘Kaibab Upwarp’, in certi punti piegata radicalmente, e senza crepe. Ciò indica che gli strati, che si suppone rappresentino 300 milioni di anni, non erano ancora induriti quando si piegarono, il che è in armonia con la rapida deposizione degli strati durante il diluvio universale di cui parla la Genesi.(17)

Altre evidenze a favore di più brevi periodi di tempo e la formazione rapida degli strati rocciosi sono:

- Fossili ‘polistrati,’ cioè tronchi d’albero per esempio, che attraversano diversi strati, che dovrebbero rappresentare milioni di anni (sono comuni nei depositi carboniferi), dimostrano che gli strati dovettero essere depositati in rapida successione, altrimenti le parti più alte degli alberi sarebbero marcite.

-Particolari delicati nelle superfici degli strati sottostanti, come increspature preservate ed impronte di piedi, indicano che non ci fu distanza di tempo tra la depositazione di uno strato e quello successivo.

- La mancanza di strati di suolo fossilizzato dentro gli strati rocciosi indica la mancanza di lunghi periodi di tempo tra l’uno e l’altro.

- La mancanza di evidenza di erosione negli strati e tra gli strati (un’interruzione lunga avrebbe portato alla produzione di canali nello strato esposto all’azione del vento o dell’acqua).

- Presenza limitata di interruzioni distinte tra gli strati (discordanze). Quando non c’è un’interruzione nelle rocce dello stesso strato in altri luoghi, dimostra che qualsiasi interruzione fu localizzata e di durata breve.

- Dighe e condotti clastici, nei quali una miscela di sabbia ed acqua si è infilata attraverso gli strati sovrastanti, partendo da una base di sabbia sottostante che ovviamente non ha avuto il tempo per solidificarsi, ma che si suppone abbia milioni di anni in più degli strati soprastanti.

I libri dei geologi Morris(25) e Austin(17) forniscono ulteriori esempi.

È ritenuto che anche l’Uluru (la roccia di Ayres) in Australia centrale si sia formato lentamente attraverso milioni di anni, ma la struttura della roccia dimostra che deve essersi formato rapidamente e uno dei suoi maggiori componenti minerali (il feldspato) non avrebbe potuto durare cosi a lungo.

Anche i ‘fossili viventi’ sfidano le cosidette centinaia di milioni di anni della storia della terra. Per esempio fossili di stelle di mare, di meduse, dei brachiopodi, di vongole e di lumache, datate dagli evoluzionisti come aventi 530 milioni di anni, sono uguali a quelli esistenti oggi.

Le cellule rosse del sangue e l’emoglobina sono state trovate nelle ossa di dinosauri. Ma queste non sarebbero potute durare più di qualche migliaia di anni, e certamente non i 65 milioni di anni da quando, secondo gli evoluzionisti, gli ultimi dinosauri sarebbero morti.(27)

Migliaia, non milioni?

Ci sono tante indicazioni che la terra sia molto più giovane di quanto si sia comunemente creduto, come:

- Il campo magnetico della terra si sta deteriorando così velocemente, che sembra abbia meno di 10.000 anni. Inversioni rapide durante l’anno del diluvio e fluttuazioni subito dopo avrebbero causato una diminuzione ancora più veloce del campo di energia.

- Il decadimento radioattivo rilascia elio nell’atmosfera, però poco scappa completemente. Il totale di elio nell’atmosfera è solo 1/2000 di quello che ci si aspetterebbe se l’atmosfera avesse miliardi di anni. L’elio scappò dalle rocce all’inizio, e questo accadde velocemente, eppure alcune rocce ancora contengono tanto elio che non ha avuto tempo di scappare- certamente non miliardi di anni.(30,31)

- Una supernova è un’esplosione di una stella compatta. L’esplosione è così luminosa che per un po' brilla più del resto della galassia. I resti della supernova (che si chiamano SNR) dovrebbero continuare ad espandersi per centinaia di migliaia di anni, secondo equazioni fisiche. Eppure non ci sono SNR molto estesi e molto vecchi (fase 3) e solo alcuni che sono moderatemente vecchi (Fase 2) nella nostra galassia, la Via Lattea, oppure nelle sue galassie satelliti le Nuvole di Magellano. Ed èproprio questo che ci aspetteremmo se queste galassie fossero troppo giovani per espandersi tanto di più.

- La luna si allontana dalla terra 4 cm. all’anno e questa velocità sarebbe stata anche più grande nel passato. Ma anche se la luna fosse stata a contatto con la terra prima di cominciare ad allontanarsi, ci sarebbero voluti solo 1,37 miliardi di anni per raggiungere la sua distanza attuale. Questa sarebbe l’età massima della luna, non l’età reale, che però sarebbe comunque troppo giovane per gli evoluzionisti, i quali affermano che la luna ha 4,6 miliardi di anni. Sarebbe anche molto più giovane delle ‘datazioni’ radiometriche assegnate alle rocce lunari.(34,35)

-Il sale entra nel mare molto più velocemente di quanto ne esca. Il mare non contiene una quantità sufficiente di sale per affermare che questo processo stia accadendo da miliardi di anni. Anche dando spazio alle assunzioni degli evoluzionisti, i mari non possono avere più di 62 Ma, molto più giovani dei miliardi di anni che loro affermano.(36,37)

Né creazionisti né evoluzionisti possono provare l’età della terra usando un metodo scientifico in particolare. Tutte le teorie scientifiche sono approssimative perché non abbiamo tutti i dati, specialmente per quanto riguarda il passato. Questo vale sia per argomenti scientifici creazionisti sia evoluzionisti—gli evoluzionisti hanno dovuto abbandonare tante ‘prove’ per l’evoluzione, proprio come i creazionisti hanno dovuto modificare i loro argomenti. I creazionisti capiscono le limitazioni dei metodi di datazione meglio degli evoluzionisti che dicono che possono usare processi osservati nel presente per ‘provare’ che la terra ha miliardi di anni. In realtà, tutti i metodi di datazione, inclusi quelli che indicano una terra giovane, dipendono da assunzioni non provabili.

Infine i creazionisti datano la terra usando la cronologia biblica, perché credono che sia un racconto accurato della storia, che porta in sè l’evidenza che è la parola di Dio.

COSA SIGNIFICANO I DATI ALLORA?

Allora, cosa significano le date di milioni di anni, se non sono vere età? Vale a dire, quali processi producono gli isotopi, dal momento che il decadimento radioattivo è una spiegazione inadeguata? Per rispondere alla domanda è necessario esaminare con cura i risultati delle varie tecniche di datazione, le interpretazioni dei risultati, e le assunzioni alla base di tali interpretazioni.(38)

Si credeva che la tecnica di datazione usando gli isocroni(16) fosse infallibile perché sembrava soddisfare le assunzioni fatte riguardo le condizioni iniziali e i sistemi chiusi. Però non è cosi.

Il geologo Dr Andrew Snelling lavorò sulla ‘datazione’ dei depositi Koongara di uranio nel Territorio del Nord in Australia, usando principalmente il metodo uranio-torio-piombo (U-T-Pb). Scoprì che anche campioni di suolo prelevati da zone molto sottoposte alle intemperie, cioè da sistemi che non sono per niente chiusi, davano linee isocroniche (sul grafico) apparentemente valide di ‘età’ fino a 1.445 Ma.

Tali ‘isocroni falsi’ sono così comuni, che si è resa necessaria l’invenzione di una terminologia intera per descriverli, come isocrono apparente, isocrono mantello, pseudoisocrono, isocrono secondario, isocrono ereditato, isocrono eruttato, e isocrono mescolante.

Zheng scrisse:

....alcune delle assunzioni di base del metodo isocronico Rb-Sr [rubidio-stronzio] convenzionale devono essere modificate e un isocrone osservato non fornisce necessariamente informazioni di età valide per un sistema geologico, anche se si possono modificare i risultati mettendo 87Sr/86Sr contro 87Rb/86Sr. Questo problema non può essere ignorato, specialmente quando valutiamo la scala di tempo numerica. Domande simili sorgono anche nell’applicazione dei metodi isocronici Sm-Nd [samario-neodimio] e U-Pb[uranio-piombo].

Si possono anche ottenere linee rette in grafici che mostrano certe proporzioni di elementi radioattivi, così dimostrando che il decadimento radioattivo non è necessariamente la causa di tali proporzioni. Chiaramente ci sono altri fattori, oltre l’ età, che sono responsabili delle linee rette ottenute dalle rappresentazioni grafiche delle proporzioni isotopiche. Di nuovo, l’unico modo per sapere se un isocrono è ‘buono’ è confrontando il risultato ottenuto con ciò che si crede già.

Un altro metodo attualmente popolare è la tecnica che misura la concordanza uranio-piombo. Questa combina in modo efficace le due serie del decadimento uranio-piombo in un diagramma. I risultati che cadono sulla curva hanno la stessa età secondo le due serie di piombo e quindi sono chiamati ‘concordanti.’ Però i risultati dagli zirconi ad esempio cadono generalmente fuori dalla curva e sono chiamati discordanti. Quindi numerose storie sono state inventate per spiegare tali dati.(40) Però tali tentativi di spiegazione non possono essere considerati come scienza obiettiva e confermare una terra vecchia perché, di nuovo, le storie vengono valutate a seconda di quanto siano in accordo o meno con le teorie che affermano che la terra sia vecchia..

Snelling ha suggerito che lo smistamento degli elementi nello stato di liquefazione nel mantello terrestre possa essere un fattore significativo nello spiegare le proporzioni delle concentrazioni isotopiche che vengono interpretate come età.

Sin dal 1966, Melvin Cook, professore di metallurgia all’università dello Utah, Stati Uniti, e candidato al premio Nobel, presentò evidenza che le proporzioni degli isotopi di piombo, per esempio, potessero essere influenzate da alterazioni provocate non solo dal decadimento radioattivo, ma da altri fattori.(41) Cook notò che, nei minerali grezzi dalla miniera Katanga, per esempio, c’era un’abbondanza di piombo-208, un isotopo stabile, ma erano privi di torio-232 come fonte di piombo-208. Il torio ha un tempo di dimezzamento lungo (cioè decade molto lentamente) e non scompare facilmente da una roccia, quindi se il piombo-208 fosse provenuto dal decadimento di torio, dovrebbe esserci rimasto del torio. Le concentrazioni di piombo-206, piombo-207 e piombo-208 suggeriscono che il piombo-208 risultò dalla conversione, tramite la cattura di neutroni, del piombo-206 in piombo-207 poi in piombo-208. Quando le concentrazioni degli isotopi vengono modificate in accordo con tali conversioni, le età calcolate calano da ~600 Ma ad un tempo recente. Altri esemplari di minerali grezzi sembrarono fornire evidenze simili. Cook riconobbe che, secondo le nozioni preesistenti della fisica nucleare, tale conversione sotto condizioni normali non poteva essere spiegata, ma egli provò che invece è accaduta, suggerendo anche come.

I radioaloni ‘orfani’

Le particelle radioattive, decadendo nella roccia solida, causano anelli sferici che danneggiano la struttura cristallina attorno. Un granello di elemento radioattivo, come l’uranio-238 per esempio, lascerà un anello sferico scolorito di raggio tipicamente diverso per ogni elemento prodotto nella catena di decadimento radioattivo in piombo-206.(42) Questi anelli, chiamati radioaloni, sono visibili al microscopio. Il geofisico Dr Robert Gentry ha fatto tanti anni di ricerca sui radioaloni, pubblicando molti studi nei giornali scientifici più notevoli.(43)

Quando tutti gli anelli possibili sono presenti, un radioalone è chiamato ‘maturo.’ Alcuni prodotti di decadimento intermediari, come gli isotopi di polonio, hanno tempi di dimezzamento brevissimi (cioè dimezzamento di soli 3 minuti. Curiosamente, anelli prodotti dal decadono velocemente). Per esempio, il 218Po ha un tempo di decadimento di polonio si trovano spesso incastrati nei cristalli senza aloni di uranio ‘madri.’ Il polonio deve entrare nella roccia prima che questa si solidifichi, ma non può derivare da un granello di uranio nella roccia solida, altrimenti ci sarebbe un alone di uranio, assumendo che l’uranio sia decaduto lentamente, come succede oggi. O il polonio fu creato, o è primordiale (non derivato dall’ uranio), o ci sono stati cambiamenti radicali nelle velocità di decadimento nel passato.

Il processo che portòalla formazione degli aloni potrebbe anche aiutarci a capire la datazione radiometrica.(44)

Anomalie nei cristalli di rocce profonde

Gentry ha anche indicato che la quantità di elio e piombo rimasta negli zirconi dei fori profondi non è compatibile con un’età evolutiva di 1.500 Ma delle rocce granitiche in cui sono trovati.(43) La quantità di piombo può essere compatibile con l’indice di decadimento durante milioni di anni, ma si sarebbe diffusa al di fuori dei cristalli in quel periodo.

La quantità di elio negli zirconi provenienti da rocce calde è più in sintonia con una terra giovane.

I risultati piombo ed elio suggeriscono che gli indici di decadimento radioattivo possano essere stati molto più elevati nel passato recente. Abbiamo misurato gli indici di decadimento per solo 100 anni, così non possiamo essere sicuri che siano rimasti costanti durante i cosiddetti miliardi di anni. Recenti ricerche di labatorio hanno dimostrato che l’indice di decadimento beta fu accelerato di un miliardo di volte quando gli elettroni venivano tolti dagli atomi.(45) I fisici nucleari Dr Eugene Chaffin e Dr Russell Humphreys suggeriscono che gli indici di decadimento nucleare accellerarono molto durante la settimana della Creazione e probabilmente durante l’anno del diluvio universale. Lo affermano teoricamente applicando le meccaniche quantistiche e l’effetto dell’espansione dell’universo, ed dalla quantità di elio ancora rimasta nei minerali, e dai maturi radioaloni di uranio e la loro mancanza nelle strate ‘fanerozoiche’ (rocce con un’abbondanza di fossili).(46)

Questo farebbe sì che tutto sembri più vecchio di quanto sia veramente, quando si applicano le attuali velocità di decadimento alla datazione. Lo stesso fattore che ha causato indici di decadimento così elevati sarebbe anche stato responsabile delle conversioni di isotopi di piombo notate da Cook (sopra).

CONCLUSIONI

Infine, i Creazionisti datano la Creazione usando la cronologia della Bibbia. Lo fanno perché credono che la Bibbia dia una narrazione accurata della storia del mondo. E questa storia è in accordo con tanti dati. È importante capire che non esiste un metodo scientifico per misurare direttamente l’età di una cosa. Tutti i sistemi di datazione sono fondati su assunzioni non provabili. L’evidenza suggerisce che c’è qualcosa di decisamente sbagliato con le assunzioni sulle quali si basa la datazione radiometrica. Non abbiamo tutte le risposte, ma abbiamo la testimonianza sicura della Parola di Dio della vera storia del mondo.

Note

  1. Anche conosciuto come la datazione degli isotopi o dei radioisotopi.
  2. Oggi, un’isotopo stabile di carbone, il 13C, viene misurato come indice del livello di discriminazione contro il 14C.
  3. La radiazione dalle prove atomiche, come i raggi cosmici, causa la conversione di 14N in 14C.
  4. La datazione degli anelli di alberi, chiamata dendrocronologia, è stata usata in uno sforzo di estendere il calibro della datazione carbone 14 al più presto che la storia permetta, ma questo dipende sul luogo temporale di frammenti di legno (degli alberi morti da tanto tempo) usando la datazione carbone 14, assumendo l’estrapolazione lineare in dietro. Poi, il confronto delle scheme di anelli tra gli alberi viene usato per calibrare ‘l’orologio’ al carbone—un processo abbastanza circolare che non dà un calibro indipendente del sistema di datazione al carbone.
  5. McDonald, K. L. e Gunst, R. H., An analysis of the earth’s magnetic field from 1835 to 1965, ESSA Technical Report IER 46-IES, US Govt Printing Office, Washington, D. C., p. 14, 1965.
  6. Taylor, B. J., Carbon dioxide in the antediluvian atmosphere, Creation Research Society Quarterly 30(4): 193-197, 1994.
  7. Brown, R. H., Correlation of C-14 age with real time, Creation Research Society Quarterly 29:45-47, 1992. Il muscolo del bue muschiato fu datata a 24.000 anni, mentre i suoi cappelli furono datati a 17.000 anni. Aggiustando tutti e due le date rendeva il risultato che la vera età cadeva dentro la vita di un bue muschiato. Con lo sterco del bradipo, le date standard al carbone delle strate più profonde suggeri che 2 pillotoli all’anno furono prodotti dai bradipi. Aggiustando le date, il numero è aumentato a un’aliquota più realistica di 1,4 al giorno.
  8. Woodmorappe, J., The Mythology of Modern Dating Methods, Institute for Creation Research, San Diego, 1999.
  9. WoldeGabriel, G. et al, Ecological and temporal placement of early Pliocene hominids at Aramis, Ethiopia, Nature 371: 330-333, 1994.
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  11. Lubenow, M., Bones of Contention, Baker Books, Grand Rapids, Michigan, pp247-266, 1993.
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  14. Ref. 13 elenca tanti esempi. Per esempio, Krummenacher, D. ne ha riportato sei nel Isotopic composition of argon in modern surface rocks, Earth and Planetary Science Letters 8(2):109-117, April 1970; Dalrymple, G. B. ne ha riportato cinque, 40Ar/36Ar analysis of historic lava flows, Earth and Planetary Science Letters 6(1):47-55, 1969. Un grande eccesso fu riportato in Fisher, D. E., Excess rare gasses in a subaerial basalt from Nigeria, Nature Physical Science 232(29):60-61, 19 July 1971.
  15. Ref. 13, p. 520
  16. La tecnica che impiega gli isocroni coinvolge il raccogliere vari campioni rocciosi da diversi parti del sistema rocciosa che verrà datata. La concentrazione di un isotopo radioattivo madre, come il rubidio-87, viene rappresentata graficamente contro la concentrazione di un isotopo figlia, come lo stronzio-87, per tutti i campioni. Si descrive una linea attraverso tutti i punti che rappresenta il rapporto madre/figlia dalla quale si calcola una ‘data.’ Se è una linea diritta idonea, la ‘data’ viene considerata ‘buona.’ Una raffinatura ulteriore coinvolge la divisione delle concentrazioni madre e figlia secondo la concentrazione di un’isotopo similare—in questo caso lo stronzio-86.
  17. Austin, S. A. (ed.), Grand Canyon: Monument to Catastrophe, Institute for Creation Research, Santee, California, pp. 120-131, 1994.
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  22. Snelling, A., Dating Dilemma, Creation 21(3):39-41, 1999.
  23. Lowe, D. C., Problems associated with the use of coal as a source of 14C free background material, Radiocarbon 31:117-120, 1989.
  24. Giem, P., Carbon-14 content of fossil carbon, Origins 51:6-30, 2001.
  25. Morris, J., The Young Earth, Creation-Life Publishers, Colorado Springs, Colorado, 1994.
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  33. Sarfati, J. D., Exploding stars point to a young universe, Creation 19(3):46-49, 1998.
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  38. Vedi Woodmorappe, Ref. 8, per un tale valutazione.
  39. Zheng, Y. F., Influence of the nature of initial Rb-Sr system on isochron validity, Chemical Geology 80:1-16 (p. 14), 1989.
  40. Gebauer, D. e Grunenfelder, M., U-Th-Pb dating of minerals, In Jager, E. e Hunziker, J. C. (eds). Lectures in Isotope Geology, Springer Verlag, New York, pp. 105-131, 1979.
  41. Cook, M. A., Prehistory and Earth Models, Max Parish, London, 1966.
  42. Soli quelli che subiscono il decadimento alfa (rilasciando un nucleo di elio).
  43. Gentry, R. V., Creation’s Tiny Mystery, Earth Science Associates, Knoxville, Tennessee, 1986.
  44. Un gruppo internazionale di scienziati creazionisti si è formato per cercare attivamente una conoscenza creazionista della datazione radiometrica. Si chiama il gruppo RATE (Radioisotopes and the Age of The Earth (i radioisotopi e l’età della terra) e unisce le abilità di fisici e geologi per dare un’inizio multi-disciplinare all’argomento. Il gruppo ha già pubblicato un libro: Vardiman, L., Snelling, A. A., e Chaffin, E. F., Radioisotopes and the Age of the Earth, Institute for Creation Research, El Cajon, California, and Creation Research Society, St. Joseph, Missouri, 2000.
  45. Bosch, F. et al., Observation of bound-state-decay of fully ionized 187Re, Physical Review Letters 77(26)5190-5193, 1996; Woodmorappe, J., Billion-fold acceleration of radioactivity demonstrated in laboratory, TJ 15(2):4-6, 2001.
  46. Vedi i loro capitoli in Ref. 43.

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